Villains
LTD
#31
DIE
ANOTHER DAY
Camera Oscura
La porta blindata si apre in una stanza fredda e buia, dove l’unico rumore proviene da un piccolo generatore elettrico.
Una figura esile si muove in un lucido costume nero; gli unici segni distintivi sono pallini rossi disposti a cerchio disegnati sulla sua fronte. Accende gli schermi che ricoprono tutta la superficie di una delle pareti, trasmettendo solo statica.
Il bagliore illumina l’unico oggetto di questo luogo: un grosso cubo nero, abbastanza grande da contenere un essere umano, su una delle cui facce è impresso un largo pallino rosso come se si trattasse di uno strano dado.
Il servitore si mette sull’attenti, aspettando. Poi una voce elettronica parla, monotona e odiosa:
-Attori.
In. Scena. Sipario.
Sugli schermi appaiono in rapida sequenza tutti i dipendenti della Villains LTD… dai collaboratori più distanti, ai gerarchi, all’Imperatore del Crimine.
Quando compare la sua immagine, la ventola di raffreddamento del cubo nero inizia a girare molto più rapidamente.
-Pagherai.
Per. Quello. Che. Mi. Hai. Fatto. Augustus. DeCeyt. Giustizia. Sarà. Fatta. Così Giura. Il. Flagello. Nero.
Isole Fiji, Oceano Pacifico
Uno squillo insistente sveglia di colpo Edward Freeman, che inghiotte una bestemmia prima di ricordarsi questo suono.
-Hhnn…che succede ? Che ore sono ? – chiede stordita la prostituta al suo fianco, ma il suo cliente è impegnato a rintracciare qualcosa da sotto il cuscino.
Prende in mano una spilla viola a forma di V, e la preme.
Ne esce una voce familiare, anche se alterata dal dolore:
-Switch… codice theta…
adesso…
-Oh cazzo… via di qui, è roba grossa !
-Non esiste ! Non ho ancora visto un centesimo e ti sei pure addorm…eeeeek !!! – urla la donna, quando da un portale nero apparso dal nulla cade un uomo ricoperto di sangue.
Freeman scende dal letto per aiutare il compagno di squadra ferito, mentre la donna salta giù dal letto coprendosi con il lenzuolo e rannicchiandosi contro il muro.
-Oddio ! Oddio !!!
-Turbine ! Che cazzo hai combinato !?
Il mutante velocista cerca di mettersi seduto; le gambe sono ricoperte di sangue, lacerate in più punti. Un normale essere umano avrebbe già perso conoscenza.
-Cristo…fa un male cane… ehi…chi è la ragazza ?
-Lascia perdere la puttana, Turbine, chi ti ha fatto questo ?
Prima che il mutante risponda, le luci della stanza si accendono improvvisamente e molto più intensamente di quanto dovrebbero. La ragazza si nasconde sotto il lenzuolo per ripararsi, mentre Switch cerca comunque di guardarsi attorno.
Quando torna il buio nella stanza c’è un’altra donna… in un costume nero e lucido che la copre dalla testa ai piedi. Unico segno di riconoscimento, tre puntini rossi disposti a triangolo sulla sua fronte.
-Giustizia sarà fatta, Switch – sono le sue parole in una monotona voce artificiale, prima di puntare le mani contro il suddetto criminale.
-Merda !
Dalle mani della donna si materializza un piccolo sciame di punte acuminate che colpiscono il punto dove un istante prima si trovava il teleporta.
Switch ricompare alle sue spalle, con una raccapricciante nuova prospettiva della situazione: i pungiglioni hanno passato da parte a parte il letto, trasformato in una pozza di sangue quello che c’era sotto le lenzuola, e hanno proseguito anche oltre il muro.
-Merda all’ennesima potenza, sì – ribadisce sudando freddo.
-Stagli lontano ! – minaccia Turbine lanciando a super-velocità un coltello verso la donna mascherata; un campo di forza lo deflette senza che lei si muova.
Freeman preme la spilla viola, indietreggiando fino al muro.
-Switch a Imperatore, richiedo assistenza immediata. Mi riceve, Imperatore ? DeCeyt, dove cazzo è !?
La spilla vola nelle mani della donna, che la fa a pezzi immediatamente con un rapido gesto.
-I vostri comunicatori
sono inutili. I vostri poteri sono inutili. Giustizia sarà fatta.
Trenton, New Jersey,
USA
Nello studio della propria lussuosa casa, il professor Dorian Graves sbadiglia controllando l’ultimo progetto che gli è stato sottoposto.
A volte, quando si rende conto di essere il direttore del settore di Ricerca & Sviluppo della Villains LTD, si crede il padrone del mondo… un semplice insegnante di fisica applicata, spesso preso in giro per aver scelto una piccola università ed aver rifiutato di lavorare al Massachussets Institute of Technology, a cui è stata offerta la possibilità di lavorare su alcuni dei sistemi tecnici più avanzati del pianeta.
Altre volte, come oggi, si chiede ancora come quel pacato professore di filosofia l’abbia mai convinto ad un lavoro così massacrante, così segreto e così pericoloso. Si chiede come sarebbe la sua vita oggi se non avesse seguito i corsi del Professor DeCeyt, quando qualcuno suona alla porta.
Non si preoccupa troppo, dato che ha personalmente installato un sofisticato sistema d’allarme capace di vaporizzare ospiti indesiderati. Apre la porta quasi senza pensare… ed il suo cuore quasi si ferma.
Davanti a lui si erge fiero un ammasso metallico alto quasi due metri; le sue scaglie sono ricoperte di vernice metallizzata nera, ma lo conosce.
-Marasso !? – è l’ultima cosa che Graves riesce a dire, prima che un artiglio gli si conficchi negli occhi.
-Giustizia è fatta – suona una voce registrata, lasciando il suo cadavere sotto la pioggia scrosciante.
Albany, New York, USA
Per tutta la sua vita, Diamond Dran è stato incurante della propria salute. Nei suoi tentativi di vivere la vita “al massimo” ed uscire dal ruolo di figlio viziato di un miliardiario le ha provate tutte… sport pericolosi, vivere da criminale… ma non si è mai preoccupato troppo di uscirne vivo.
Da quando ha ottenuto il super-potere di non potersi fare del male nemmeno a distanza zero da un’esplosione atomica, la sua noncuranza ha raggiunto livelli assurdi.
Per questo ora, dopo essere sopravvissuto senza un graffio in un ascensore che è precipitato per più di venti piani, non dovrebbe avere troppa paura.
Invece ce l’ha, eccome. Qualcosa sta cercando di abbattere la porta protetta dal suo potere, ed è la stessa cosa che ha appena messo k.o Shades.
Un paio di artigli neri squarciano il soffitto della cabina, ed un uomo-rettile robotico da duecento chili gli cade addosso facendogli perdere la concentrazione.
-Marasso !? Sei morto !!!
-Giustizia sarà fatta, Diamond Dran – suona una voce artificiale; “Marasso” non ha mosso la bocca se non per cercare di affondare i propri canini nell’ex compagno.
Il robot lo lancia al di là della porta come se non pesasse niente, e prima che se ne renda veramente conto Dran si ritrova vittima dell’attacco spietato di due Marasso, esattamente identici.
-Ma che…tu non sei Marasso ! Chi vi manda !?
Muscoli meccanici capaci di sollevare un’auto lo prendono a pugni, artigli che possono tagliare il titanio cercano di affondare nella sua carne… senza il minimo successo.
-Sapete, possiamo andare avanti tutta la notte…
Uno dei due Marasso si guarda attorno; fuori dal palazzo si stanno radunando delle auto della polizia. E l’ombra di Shades, stampata su un muro dopo un’esplosione di luce, si sta lentamente muovendo.
-Granate fotoniche…mi
danno il mal di testa…
Uno dei due Marasso solleva Dran con una mano, mentre nell’altra si materializza un disco nero. Senza offrire spiegazioni, lo aggancia magneticamente al vestito del criminale.
-Che vuoi fare ? Sembra uno dei dischi di Wizaaaaaaaahh !!! – urla Dran, scaraventato verso l’alto con una forza tale da fargli distruggere il soffitto…ed il soffitto del primo piano…poi il secondo…poi il terzo…
Il secondo Marasso è investito dallo sguardo di Shades. I suoi circuiti neurali esitano per qualche momento, poi lo fanno muovere ancora. Shades è ancora troppo debole per manifestare un corpo fisico.
-Non c’è più niente di
umano in te, vero ? Allora siamo pari. Su, facciamola finita.
Le scaglie pettorali dei due Marasso si aprono, lasciando uscire una luce così luminosa da perforare persino l’assassino.
Solo un minuto dopo la polizia fa irruzione nel locale, aspettandosi una lotta tra super-esseri. Invece, tutto quello che è rimasto è un buco nel soffitto che arriva fino al cielo, ed un’ombra sul muro che forma una scritta:
GIUSTIZIA SARA’ FATTA
Copenhagen, Danimarca
E’ quasi mattino nella capitale europea, a ridosso dell’alba.
Prima che la città si risvegli, due persone molto particolari stanno passeggiando nelle sue strade… una di esse è un ragazza avvolta in un ampio mantello scuro, con un cappuccio che ne copre i lineamenti. L’altro è in questo momento un giovane di colore, ma entro pochi metri è un vecchio asiatico. Quando la ragazza inizia a parlare, è una donna di colore.
-Ne hai ancora per molto ? – chiede spazientita Eclisse.
-Mi tengo in forma. Se non assumo una forma per troppo tempo, scompare dalla mia memoria genetica – risponde Slim Snake, attualmente con il volto di Turbine.
-Cioè devi “ripassare” tutti i volti che hai incontrato ?
-Esatto. Com’era il sangue ?
-Grasso. I bovini non sono un buon sostituto di quello umano… devo seguire una dieta piuttosto rigida, sai.
-Hmm… sai, non ci sono vampiri a Lemuria. Onestamente sono un po’ curioso in proposito… hai detto di essere fisicamente morta, ma a parte il fatto che non respiri non si direbbe… e a che ti serve il sangue ? Ogni quanto devi nutrirti ? Sei completamente morta o…
-Diciamo che non è il mio argomento di conversazione preferito – taglia corto la ragazza, allungando il passo. Slim risponde assumendo le sembianze di un giocatore di basket che ha visto in televisione, e le si riavvicina. Per non distrarla troppo, in tutte le conversazioni sta tenendo la propria vera voce.
-Okay, parliamo di qualcos’altro. Ti ho fatto un milione di domande sui vampiri, tu ce l’avrai pure una sui Devianti…
-In effetti… sono tutti esclusivamente carnivori come te ?
-Nella mia famiglia lo sono tutti… è tradizione, sai, cose sulla purezza genetica eccetera. Ho iniziato così… ma è anche per il mio potere. Può non sembrare, ma cambiare forma richiede parecchia energia !
-Interessante – commenta la mezza-vampira, anche se il suo tono di voce monotono lascia intendere l’esatto contrario.
Slim ne sembra un po’ contrariato, e ritorna alla propria forma originale.
-Faremo meglio a rientrare. Sta per sorgere il sole, inizio già a sentirlo.
-Eclisse…riguardo tuo padre…
-Ti ho detto che non ne voglio parlare.
-Andiamo, io ti ho raccontato tutto di me… so che può essere difficile essere l’ultimo arrivato, volevo solo esserti amico.
-I vampiri non hanno amici. I demoni non hanno amici. Quell’istinto che ti dice di starmi alla larga prima di farti del male ? Ha ragione.
La ragazza si trasforma in nebbia per avvicinarsi più rapidamente al vicolo in cui si trova il portale di teletrasporto, lasciando dietro di sé un Deviante molto confuso.
Quando la raggiunge, ancora a qualche metro di distanza, ricomincia.
-Tuo padre non è un vero demone… vero ?
-Immortale, dedito alla sofferenza altrui, assolutamente corrotto, vive per causare dolore… tu come lo definiresti ?
-Da dove vengo io li chiamiamo “sacerdoti”…
-Non dovrebbe esserci un portale, qui ? E’ quasi giorno !
I due criminali cercano più volte il disco nero nascosto che porta direttamente alla Sede Provvisoria… senza successo. Il Sole sta sorgendo; Eclisse si rannicchia nel mantello, notando che si sta formando un’ombra sul muro davanti a lei…
-Attenta ! – grida Slim Snake lanciandosi contro il nuovo arrivato. Marasso lo afferra al volo, rompendogli un braccio e sbattendolo violentemente contro il muro.
-Giustizia
sarà fatta.
Eclisse cerca di muoversi, ma le gambe cedono. Le prime luci dell’alba sono incredibilmente tenui… troppo poco per ferirla, ma abbastanza da toglierle ogni grammo di forza.
-Io…ti ho già ucciso…stammi lontano… - intima Eclisse, ogni parola un graffio dentro il petto.
In risposta Marasso si lancia contro di lei per dilaniarla, trovandosi a stringere solamente nebbia inconsistente. Le granate fotoniche non sembrano avere effetto, mentre il sottile gas passa sotto la porta del palazzo sotto cui si trovano.
Il robot scardina la porta, entrando con passo pesante. Slim Snake striscia per avvicinarsi, cercando di chiamare aiuto.
-Slim Snake a… merda, le comunicazioni non vanno. Devo trovare…uh ?
Qualcosa di molto pesante crolla all’interno della casa. Subito dopo, la testa di Marasso vola fuori dall’abitazione e rotola sull’asfalto.
Radunando le proprie energie, Slim riesce ad alzarsi in piedi e a entrare nella casa… i suoi occhi si adattano subito al buio, e vedono la ragazza stringersi sempre di più nel mantello mentre ai suoi piedi giace un Marasso decapitato.
-Come accidenti… stavi a malapena in piedi…
-Qui dentro non arriva la luce del sole. Devo trovare una bara o andare sottoterra… quando il sole sarà sorto del tutto basterà un solo raggio ad uccidermi…
-Dobbiamo sbrigarci comunque, se qualcuno ha ricostruito Marasso e ha scoperto dove ci trovavamo… devono avere i mezzi per localizzarci ovunque…
-Una volta all’ombra…dovremo avvisare gli altri…
Il deviante osserva il “cadavere” del robot. Sulla sua vernice nera sono impressi due pallini rosso all’altezza della cintura. Sotto di essi la scritta “#134”.
-Non so, ma qualcosa mi dice che se ne stiano già accorgendo…
Tokio, Giappone
E’ mezzogiorno nella capitale asiatica; ad osservare dieci milioni di persone continuare la propria giornata, Arthur Parks sospira.
In questo momento il Laser Vivente è una lunghezza d’onda troppo stretta per essere visibile all’uomo, fluttuante davanti ad un enorme schermo pubblicitario. Invisibile e intangibile, attualmente Arthur si sente poco più vivo delle luci dei semafori.
Ha viaggiato fin qui alla velocità della luce nella speranza che il suo ultimo esperimento per ridargli un corpo fisico avesse successo… invece, si è rivelato l’ultimo di una frustrante serie di fallimenti. In realtà, se fosse stato frustrante, non sarebbe stato un problema…
“Un anno. Sono tornato da un anno e non ho fatto il minimo progresso. Non ho più nessun senso oltre alla vista… per ascoltare devo far vibrare i miei stessi fotoni… non ho più una vita, cazzo, e non riesco nemmeno ad arrabbiarmi !”
Mentre è occupato a compatirsi, vede qualcosa che non si aspettava… una piccola esplosione in uno dei molteplici grattacieli. Non si preoccuperebbe neppure se quello non fosse esattamente lo stesso edificio dove si trova uno dei laboratori segreti della Villains LTD… allo stesso piano dell’esplosione, poi !
Si prepara a volare sul posto. Alla velocità a cui può muoversi dovrebbe già essere là una volta formulato il pensiero, ma invece fa in tempo a notare alcune urla provenienti dalla strada.
Decine, centinaia di persone lo stanno indicando in un misto di stupore e paura. Solo ora, in effetti, si rende conto di essere tornato visibile… ma non per propria scelta.
-Giustizia sarà fatta, Laser Vivente – dice una voce dal cartellone pubblicitario.
Seduto sullo schermo, infatti, c’è un uomo in costume metallico nero con quattro punti rossi sulla fronte. Il Laser Vivente non aspetta tempo, lanciando verso di lui una scarica laser abbastanza potente da vaporizzare un’auto.
Ad un paio di metri di distanza, lo sconosciuto fa in tempo ad alzarsi in piedi e spostarsi pacatamente di un passo a sinistra prima che il raggio sia emesso.
Lo schermo viene distrutto con uno spettacolare gioco di luci, ed il Laser scatena tutto il suo potere in una scarica abbastanza ampia da impedire la fuga.
Il raggio abbatte la parete di un palazzo, e qualcuno batte un dito sulle sue spalle.
-Troppo
lento.
-Quel campo di energia…non è possibile ! Ti avevamo sconfitto !
-Irrilevante.
Giustizia deve essere fatta. Quanto si può deformare la tua immagine, prima che
tu muoia ?
Il Laser Vivente vorrebbe scappare, ma Slowdown non glielo permette del tutto. Lascia che una parte della sua immagine si trasmetta verso lo spazio, rallentando lo spostamento del resto; nell’arco di qualche secondo il Laser Vivente è una striscia di luce lunga centinaia di migliaia di chilometri…e poi, non è più niente.
L’uomo in nero esegue un lento inchino per il pubblico giapponese, prima di sparire.
Città del Messico,
Messico
E’ ancora notta in una delle città più grandi del mondo, dove Speed Demon corre verso il più vicino lampione a controllare la mappa che ha estratto dal costume.
-Dove accidenti sono finito… appena ritrovo la strada di casa devo ammazzare Insomnia per quest’idea idiota di allenamento…
Mentre il velocista sfoglia a super-velocità l’atlante tascabile, qualcosa scatta alle sue spalle.
Sentendo il movimento dell’aria fa in tempo a spostarsi, evitando che un tentacolo nero stacchi la sua testa invece di tagliare a metà un lampione.
-Giustizia sarà fatta, Speed Demon.
-Ma che… hey, fermo un attimo !!!
Un altro tentacolo cerca di schiacciarlo, bucando la strada. La prima reazione di Speed Demon è di correre via… ma fa a malapena in tempo ad attraversare la strada, prima di trovarsi davanti una rete di sbarre della stessa sostanza oleosa nera.
Scappa in un’altra direzione, ritrovandosi un altro ostacolo: una versione gigantesca e deformata di una mano con artigli.
-Non puoi
sfuggirmi. Nessuno può.
-Ho ancora un paio di trucchi – risponde il criminale, agitando le braccia ad una velocità tale da creare un tornado in miniatura che investe l’essere amorfo…senza effetto.
La velocità aumenta, ma l’unico effetto è che l’essere prende forma umanoide e si avvicina.
-Hai idea di cosa è stato ? Una manciata di molecole sparse nello spazio.. una mente frammentata…
-Amico, ascolta, io non so neanche cosa accidenti sei. Amici come prima ,d’accordo ?
-La sua mente è puro odio. Non si fermerà finché non sarete tutti morti…e non lascerà fermare nemmeno noi.
-Mi dispiace per te, amico, ma io non resterò qui ad aspettarti.
Speed Demon si avvicina alle sbarre, facendo vibrare le molecole del proprio corpo per passarvi attraverso. E’ quasi dall’altra parte quando le sbarre cambiano forma per avvolgerlo completamente in una morsa implacabile.
-Ehi ! Lasciami subito andare ! Non sai…con chi hai...
-Arma
L’essere liquido rilascia il velocista, ormai privo di conoscenza. Una piccola scatola nera esce dal suo corpo, emettendo la stessa voce ma più monotona.
-Ottimo.
Procedi. Al. Prossimo. Bersaglio. E. Attendi. Istruzioni.
-Penso che
dovrei attaccare di persona l’Imperatore…
-Non. Ho.
Alcun. Interesse. Per. Quello. Che. Pensi. Non. Ti. Avvicinerai. A. DeCeyt.
Fino. Al. Mio. Ordine. Ci. Siamo. Capiti.
Cinquantasette ?
-Obbedisco.
C’è un rapido lampo di luce, ed i due esseri scompaiono nella notte silenziosa.
Mosca, Russia
All’interno di una delle metropolitane più trafficate del mondo, Insomnia stringe i denti guardando l’orologio mentre centinaia di pendolari iniziano la giornata.
Non lascia andare per un secondo la valigia che contiene uno dei più sofisticati fucili da cecchino in circolazione, nella speranza che la missione non sia saltata.
“Avrei dovuto ricevere la conferma del bersaglio venti minuti fa… DeCeyt non è mai in ritardo di un secondo…”
Un vagone si ferma davanti a lei, aprendo le porte. Invece di entrare freneticamente, i moscoviti restano immobili.
L’assassina non se ne accorgerebbe neanche, se a questo non seguissero un attimo di assoluto silenzio in tutta la stazione ed un piccolo sbalzo di corrente nelle luci.
In effetti, tutti quanti si sono voltati a fissarla, non importa quanto lei cerchi di non farsi notare.
-Che avete tutti da… guardare…
Delle piccole scariche elettriche passano da una persona all’altra, che si avvicinano muovendosi in modo scoordinato ed accerchiandola.
Lei è pronta a estrarre la pistola, quando la folla si sposta per fare spazio a un uomo in costume nero metallizzato con sei pallini rossi sulla fronte… e scariche elettriche che ne attraversano la superficie.
-Giustizia sarà fatta, Insomnia… ironico, vero ?
-Stai indietro o li ammazzo ! Dico sul serio, tutti quanti ! – urla la donna, ritrovandosi insospettabilmente spaventata dagli sguardi paralizzati dei suoi assalitori.
-Il suo
odio è così grande. Con qualunque sacrificio necessario, giustizia sarà fatta.
I pendolari le sono addosso… uomini, donne, bambini si avvicinano e la schiacciano in un angolo, togliendole l’aria per respirare.
-Vi ho detto di starmi lontani !!! – grida ancora, colpendo un innocente con il calcio della pistola.
Lui indietreggia, ma altri dieci si fanno strada. Sono tutti goffi, disarticolati. Deve spingere e starattonare e prendere a pugni per farsi spazio, ma riesce a farsi strada fino a raggiungere una scalinata.
Si crede in salvo, riuscendo a fare i primi gradini di corsa… prima che smetta di sentire qualunque cosa dalla gamba destra, e caschi a terra.
-Cazzo…andiamo…andiamo… - impreca cercando di muovere la gamba, immobilizzata da schizzi di energia elettrica.
Dietro di lei, l’uomo in nero si trascina dietro una piccola folla. Con il cuore in gola, Insomnia zoppica per sfuggirgli… anche se davanti alla scalinata ci sono già altre venti persone.
Camera Oscura
Il Flagello Nero osserva compiaciuto lo svolgersi degli eventi, mentre ad uno ad uno gli schermi si spengono per indicare la morte di tutti i bersagli collegati alla Villains LTD.
Assapora il momento, prima di comunicare l’ultimo ordine.
-La.
Vostra. Sofferenza. E’. Solo. Iniziata. Radar.
La figura femminile con i sei segni rossi sulla maschera si volta verso la grossa scatola nera, in attesa di istruzioni.
-Uccidi.
L’Imperatore.
La ragazza annuisce, scomparendo in un lampo di luce.
Sede Provvisoria
della Villains LTD
Strasburgo, Francia
A meno di cinquecento metri dalla sede del Parlamento Europeo, sessanta metri sottoterra, una donna asiatica di mezz’età .
Dirige forse il più sottovalutato dipartimento della
Villains LTD, l’Amministrazione. Senza la sua capacità di rifornire
l’organizzazione senza lasciar trapelare nessuna pista, la sua maniacalità nel
rendere invisibile e sconosciuta tutta la sottostruttura che permette le
operazioni di ogni giorno… senza che molti degli stessi lavoratori sappiano
realmente a cosa stanno partecipando…
Nella sezione più vicina al piano terra dell’installazione sotterranea, la donna ha appena finito di organizzare le operazioni previste da DeCeyt per la creazione di una nuova base principale, ed è pronta a comunicare gli ordini ai collaboratori esterni… ma quando cerca di accedere al sistema di comunicazione, non succede nulla.
-La linea criptata non funziona… Link: status delle comunicazioni. Link ? Non funziona neanche il GIN, adesso ?
-Si prega di riprovare più tardi – risponde una voce metallica alle sue spalle.
La donna si volta di scatto per colpire chiunque abbia parlato, ma la sua mano si scontra contro una maschera di metallo lucido.
-Giustizia sarà fatta.
-Vedremo – risponde la donna, premendo un pulsante nascosto nella propria collana.
Le luci della base si colorano improvvisamente di rosso, e lampeggiano lentamente in un silenzioso allarme della massima gravità. La ragazza esce dall’ufficio, il costume metallico intonso se non per macchie di sangue e cervella sulle mani.
L’accesso a quest’area è riservato ai massimi gradi dell’organizzazione; tra i sopravvissuti, soltanto altre tre persone possono entrarci.
Due di esse accorrono immediatamente, disarmate e sicure che il sistema di sicurezza sia più che sufficiente a fermare qualsiasi cosa.
La ragazza di colore, miss Guile, direttrice della sezione Contabilità, è la prima ad entrare. Alle sue spalle la bionda miss Link, sezione Comunicazioni, è meno spavalda.
-La cosa più sicura sarebbe restare nelle nostre sezioni – nota.
-Abbiamo tagliato i costi per la sicurezza a questo piano, dobbiamo dirigerci all’ultimo livello… la stanza dei monitor potrebbe resistere a una piccola bomba atomica.
-Ed il punto migliore in cui riparare il Global Interlink… dev’essere un problema nel sofware, perché non ci sono stati attacchi ai livelli esterni.
Le due donne passano oltre una paratia di sicurezza, o meglio una di loro lo fa.
Miss Guile cade a terra d’un colpo, apparentemente senza motivo. Da occhi e naso inizia già a colare del sangue. La sua collega riesce a non inciampare sul suo cadavere, ma resta sbalordita quando dall’altra parte vede una ragazzina in costume metallico nero.
-L’intera
potenza di comunicazione del GIN in un’unica scarica, miss Link. E’ pronta ad
incontrare la sua creazione ?
-Vai al diavolo – è la risposta della bionda, le cui mani si illuminano di luce purissima mentre accede al suo potere di alterazione della causalità.
Un condotto di refrigerazione esplode, immergendo l’intrusa in una fitta nuvola di gas. Miss Link cerca di approfittarne per sfuggirle, ma viene comunque afferrata per un braccio.
-Nessuno può sfuggirmi, miss Link. E’ una cosa di famiglia.
In tutta risposta, Link aziona ancora il suo potere…e qualcosa nel costume si interrompe, facendo mollare la presa all’assalitrice e rendendole impossibile proseguire.
-Feedback
assente… drone scollegato… Flagello Nero, richiedo assistenza…
Miss Link corre più velocemente di quanto abbia mai fatto in vita sua, mentre le luci lampeggianti continuano. Non capisce bene con che cosa abbia a che fare… il suo Global Interlink Network, infallibile programma inattaccabile, è completamente morto senza spiegazione.
La base è deserta, per via del programma di taglio dei costi. Non c’è modo di contattare nessun agente esterno. Per quanto ne sa, potrebbero anche essere tutti morti.
Non c’è nessun dato per formare una difesa… ma la donna sa con certezza che l’Imperatore del Crimine ha un piano già in mente.
Arriva finalmente davanti alla Sala dei Monitor, ma la porta è sigillata.
-Prego identificarsi ed inserire codice d’accesso – recita il sistema computerizzato autonomo.
-Silver Eileen Link, autorizzazione tango-theta-sei-nove-tre-Reflex, codice emergenza 9-11 !!!
-Impossibile eseguire,
identificazione GIN non confermata.
-Non ho tempo per questo !!!
All’interno della stanza, tutti i monitor sono spenti. La luce è inesistente fino a quando un bagliore non abbatte la porta, e la donna bionda riesce ad entrare.
Non riesce a vedere niente, quindi usa il suo potere per aumentare al massimo le luci dell’allarme rosso nel corridoio… ed il suo cuore sussulta.
Sugli schermi è stato scritto con vernice nera GIUSTIZIA E’ FATTA.
L’Imperatore del Crimine giace a terra in una chiazza di sangue. Nella sua gola è conficcato un coltello da cucina, da cui sgorga ancora sangue.
CONTINUA !!!
Nel prossimo numero:
Cosa ne sarà della
Villains LTD ? E soprattutto, chi è il Flagello Nero e chi ha reclutato per la
sua crociata ?